Direzione Skadrin. Navigazione lungo fiume. Nel pomeriggio parco nazionale di Krka con cascate. Arrivo con barca. Passeggiata in mezzo ai boschi (anche Ale). Visita al mulino. Bagno nelle cascate: Elvira apripista, seguita da Stefania d'istinto, poi attirati dall'entusiasmo anche Arte e poi Federico. Anche Ale piccolo ha goduto con le sue scarpette in alcuni angoli con acqua e roccia. Cena nel paesino con agnello cotto nella Peka (da Toni) dove abbiamo lasciato Mario il fidanzato di Arte.
Non credevo di riuscire nell'impresa... le notizie ricevute in banchina, da altri velisti che avevano fatto questa rotta, o dai tanti forum on line, avevano forse lo scopo di scoraggiare SEA AMOR nell'affrontare la lunga navigazione per raggiungere il parco delle cascate del Krka.
Per non essere troppo turistici ecco una foto delle cascate con qualcuno dell'equipaggio, che con grande riluttanza ha poi fatto il bagno insieme a me. In effetti io e Arte con l'acqua dolce del fiume non abbiamo avuto una buona sensazione... vabbè che alla fine... a me neanche quella salata fa impazzire.V Verità delle vacanze in Croazia: in tanti ci sono stati e tutti hanno la propria verità; se la raccontano andrà usata solo come confronto con la propria esperienza!
Eccole che si tuffano le prime inafferabili ragazze.
Tornando al diario di bordo, l'ingresso al fiume nel canale che porta a Sibenik e tutta la navigazione fluviale è molto bella. I due laghi che si attraversano, i ponti dove sembra sempre che l'albero non passi per l'effetto ottico. Ci sono i limiti di velocità da tenere sotto controllo, soprattutto rispetto alle altre imbarcazioni. La profondità è sufficiente, anche negli incroci con grandi yacht che tendono a rimanere al centro. Certo si va parecchio all'interno ed il clima cambia, soprattutto in caso di anticiclone africano, come ha trovato SEA AMOR in quei giorni... un caldo rovente e secco tipo forno.
A proposito, Skradin è molto carina, sembra Ortisei. Abbiamo scoperto un ottima macelleria suggerita dal fidanzato di Arte, tale Mario della Konoba Toni. E qui casca l'agnello!
Da non perdere la tipica cottura dell'agnello sotto la Peka, una campana di bronzo (credo) ricoperta dalla brace, dove per tre ore almeno viene cucinato con patate e verdure. Possono essere cotti sotto la Peka anche altre carni o il pesce, ma per l'agnello croato "è la morte sua". Attenzione, in qualsiasi Konoba va prenotato in anticipo, visto il lungo tempo di cottura. Oh, mi è venuta una fame!
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