venerdì 9 novembre 2012

Non ti fidar a dar gennaker se il pozzetto... parte 2

Sabato, 27 ottobre 2012.
Non ti fidar a dar gennaker se il pozzetto non ce l'hai - parte 2.
Ci prepariamo per la seconda prova.
Viene spostata solo la boa di bolina e non l'allineamento, che pertanto resta spostato rispetto al vento. La partenza in boa è praticamente più avanti di un paio di cento metri. SEA AMOR non se ne accorge e parte come per la prima prova. Corriamo bene fino alla boa di bolina.
Ci sono stati alcuni ritiri e il vento sta salendo di brutto.
Arriviamo in boa insieme ad altre barche e corriamo tutti insieme come un treno. AMBROSIA è più avanti a noi ed è sotto la boa. Tenta una bretone, mette la barca al vento e cerca con l'abbrivio (andavamo tutti sui 7 nodi) di superare la boa. Ma SEA AMOR sta entrando ed ha la pancia scoperta... indifesa!

Ecco più o meno siamo piegati come in questa foto presa dal video di Velandiamo 2012, ma sulle altre mura.
Un pò orzando un pò poggiando per essere ancora più veloci, ci sfiliamo. Che strizza! Abbiamo visto la paura dipinta sulla faccia di una ragazza pietrificata a bordo di AMBROSIA.
Gennaker e lato di poppa... strambiamo in queste condizioni? Mi fido, viene bene, ma faccio male. Sarebbe stato molto ma molto meglio che non fosse riuscita...
In boa stavolta è IDHRA che arriva con lo spinnaker a tutto vapore. Noi gli lasciamo lo spazio ma loro non riescono a tirarlo giù. Mi ritrovo il loro tangone infilato sulla nostra coperta, e mentre cerco di ammainare il nostro gennaker la loro vela mi avvolge come un lenzuolo.
In qualche modo riprendiamo la bolina, ma con molto ritardo, tanta strada fatta in più e non ci accorgiamo che la randa ha la base mollata. Perdiamo diverse posizioni e chiuderemo sesti.
Ma ora viene il bello (come dal titolo di questi due post della stessa giornata di regate). Quando ci sono raffiche a 20 nodi non bisogna dare gennaker con un pozzetto non allenato. Soprattutto non vale la pena strambare. Se proprio si vuole correre veloce è meglio fare un lato solo e ammainare.

Archivio dati meteo da www.ilmeteo.it
La seconda strambata non viene bene. Caramella fino alla boa. Entriamo per lo stacchetto di arrivo insieme a tante altre barche. Il vento parte a 25 nodi. Straorziamo. "Lasca tutto! Veloce!" Invece della scotta randa viene aperta la base... la scotta del gennaker scappa troppo rapida e si porta via la cimetta della calza, che ora svolazza nel vento. Lo stop della scotta randa viene aperto in diretta senza giri sul winch. Il boma si scaraventa in acqua con SEA AMOR che si sdraia. Ci liberiamo dal traffico, ma verso il largo il vento aumenta ancora: 30 nodi!
La scelta che facciamo è la peggiore. Poggiamo per far saltare dentro la cima della calza. Il gennaker entra sullo strallo, le scotte sono in bando e si annoda tutto.
La randa è praticamente abbandonata con la base mollata e le stecche paurosamente piegate. Il gennaker con le sue scotte è tutto arrotolato intorno allo strallo. Trenta nodi e andiamo al largo. Riusciamo ad ammianare la vela in qualche modo dentro la cabina di prua. Cosa che dovevamo fare fin da subito!
Beh che altro dire. Il gennaker ha riportato una decina di piccoli buchi dovuti allo sfregamento della scotta, però ha resistito a bandiera con il ventone senza lacerarsi. L'albero è rimasto su con le botte che ha ricevuto dallo strallo e dal boma.
Non vale proprio la pena mettere alla prova SEA AMOR fino a questo livello ed in queste condizioni.

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