SEA AMOR torna in acqua per il Campionato Zonale Double Handed - Pescara x2. Due giornate di regata costiera, su percorso a triangolo dal porto a Francavilla, torre "Dei Pesci", boa 3 di partenza, e ancora un grio sulla boa 1 e ritrono al porto.
Prima giornata: buca di vento a 1/2 miglio dall'arrivo. Ritirati, sfortunati e delusi.
Seconda giornata: tempesta di vento a 1/2 miglio dall'arrivo. Ritirati, sani e salvi.
La prima regata non andava troppo male, ma tre errori, uno per lato del triangolo ci hanno messo fuori gioco e fuori regata. Il primo errore sul primo lato, partiti bene con il Code Zero, in corsa con il gruppo. Poi il vento muore e gira di prua. Cambiamo la vela di prua, ma la manovra sgancia la mura del rollafiocco. Un minuto senze vele e... (ma guarda un pò) torna il vento proprio lì, gli altri se ne vanno.
Corriamo e ci divertiamo verso la Torre, ma la trasformazione dei gradi minuti secondi in millessimi sul nostro GPS è stata cannata. Siamo almeno 300 metri sopravvento della boa 2. Poggiamo lenti e facciamo più strada. Secondo errore.
Giriamo la boa 3 dopo un bolina con poca aria e tanta corrente verso sud. Partiamo con il Code Zero verso Francavilla e il vento raggiunge i 20 nodi, sotto una pioggia fastidiosa. Perfetto... come no?!
Per evitare di andare in spiaggia lo dobbiamo frullare e chiudere. Con il vento così forte non si arrotola e lo tiriamo giù a mano nel passauomo di prua. Giriamo ultimi l'ultima boa e di bolina sull'ultimo lato... buca: 18 nodi, 15, 12, 10, 8, 5, 2... esce il sole e accendo il motore.
La seconda regata siamo partiti alla grande. Con fiocco e randa abbiamo fatto una discreta corsa sul primo lato, anche se in boa 1 il vento si è spento. Poi il gennaker, un bel lato fino alla Torre, un piccolo problema con la strambata, troppo frettolosa, ma sciogliamo tutto, ammainiamo e partiamo di bolina. Tutto bene... finora. Per caso, o per premonizione, mi viene in mente il pezzo del film che trovate nel video.
Il fiocco in 3DL già molto provato sotto raffica, non serve in bando con vento di poppa. Lo arrotoliamo. Primo colpo di fortuna.
Il vento sale oltre 22 nodi, decidiamo di ridurre la randa... stiamo già correndo come matti. Secondo colpo di fortuna, ma la decisione è presa per la paura, che sta salendo rapidamente insieme al vento.
Claudio mi chiede di guardare dietro per vedere cosa sta succedendo, io gli rispondo "Meglio che tu non lo sappia". Siamo entrambi in pozzetto, ma la mia risposta cotrovento non gli arriva.
Gli strumenti segnano 35 nodi, gli spruzzi delle onde si alzano e volano sulla barca davanti a noi, dentro il tambuccio che chiudo. 46 nodi! SEA AMOR parte in straorza...
Siamo intraversati al vento e al mare sbiancato. Non vedo niente, tranne la spiaggia e le barriere antirisacca. Il primo pensiero che mi coglie è quando chiamare la Capitaneria, il secondo è: "Fai quello che devi, con calma". Claudio accende il motore, io tolgo la randa. Riesco a salire sulla coperta e tiro giù la vela a mano.
Tutto motore e timone scontrato, aspettiamo che SEA AMOR lentamente rimetta la prua verso il porto e ci porti via dalla costa. Sembra la scena di Titanic quando la prua si sposta lentamente dall'iceberg. Un barca in difficoltà e tra noi e la spiaggia. La vediamo sia io che Claudio, ma ne parleremo solo una volta ormeggiati in porto... è troppa l'ansia che ci prende nel vederla. Uscirà la motovedetta e tutto finirà bene anche per loro.
Il nostro anulare vola via, nel recupero si rompe proprio la cimetta intorno al salvagente e lo perdiamo... meno male che non c'era nessuno attaccato.
Con il motore al massimo, procediamo a circa 5 nodi. Un attimo di terrore quando leggiamo sul GPS -(meno) 5 di velocità, ma si tratta dell'avvicinamento alla boa che ora abbiamo di poppa.
Le onde, l'urlo del vento e gli spruzzi che non ci fanno respirare... ringraziamo SEA AMOR, la sua elica a tre pale fisse (altroché, se serve!) e la nostra paura. Siamo in porto, ormeggiamo con (solo) 15 nodi di vento, esce il sole e ci sembra primavera. E chi ci crede se lo raccontiamo.
Andiamo a pranzo dagli amici de La Scuffia e sembra di essere in un rifugio alpino, tutti stanchi e bagnati come pulcini, contiamo i danni delle altre barche e ci dicono che sono stati raggiunti 57 nodi... tempesta.
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